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Fondazione "Roberto Franceschi" onlus

La Fondazione "Roberto Franceschi" onlus si è costituita nel 1996 per ricordare Roberto, studente ventenne dell'Università Bocconi di Milano, colpito a morte il 23 gennaio 1973 da un proiettile di pistola in dotazione alla polizia, che quella sera presidiava la sua università per impedire una assemblea aperta agli studenti delle altre università milanesi.
La Fondazione svolge attività nel settore della ricerca scientifica di particolare interesse sociale principalmente nell'ambito della prevenzione, diagnosi e cura di patologie sociali e forme di emarginazione sociale attraverso:
- studi, ricerche e contributi alla raccolta dati sia sulle problematiche emergenti che su quelle croniche che mettono a rischio le condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali e familiari delle persone;
- l'erogazione di borse di studio e premi di laurea a studenti universitari meritevoli i cui studi - coerenti con gli indirizzi della ricerca scientifica svolta e promossa dalla Fondazione - contribuiscano direttamente all'attività di ricerca scientifica della Fondazione;
- la produzione di strumenti didattici e di consultazione scientifica con modalità tali da restituire benefici diretti alla collettività in generale.

Nel 2016 apre al pubblico l'archivio storico della Fondazione, che conserva la memoria di Roberto e della famiglia Franceschi, liberamente consultabile previo appuntamento in via Val d’Ossola, 19 a Milano.

In un video, la nascita e la storia della Fondazione Roberto Franceschi Onlus e la sua evoluzione negli anni.

Dalla memoria un progetto per il futuro
https://www.youtube.com/watch?v=d6KiiaCjmhI

Book trailerPerché non sono nata coniglio
https://www.youtube.com/watch?v=qeA1fPrKq3o
Il 23 gennaio 1973, durante una manifestazione fuori dall'Università Bocconi, Roberto Franceschi, tra i leader del movimento studentesco milanese, è colpito a morte alla nuca da un proiettile proveniente dalle file della polizia. Inizia così la battaglia di Lydia, sua madre, per ricostruire l'accaduto e chiarire le responsabilità delle forze dell'ordine. Otterrà 23 anni dopo che lo Stato – incapace di identificare i colpevoli – si assuma l'intera responsabilità, risarcendo la famiglia, che devolverà tutto a una Fondazione intitolata a Roberto.

Un evento che spezza in due una vita incredibile che ha attraversato tutto il secolo. Nata a Odessa da Amedeo, comunista fuggito dall'Italia per non finire nelle carceri fasciste, e Lidia, italorussa che abbandona le proprie origini borghesi per sposare la causa della Rivoluzione, Lydia prese il nome dalla madre, morta misteriosamente pochi giorni dopo la sua nascita. Tornata in Italia col padre e rimasta orfana a dodici anni dopo che questi è ucciso dal cognato in camicia nera, cresce in solitudine e partecipa alla Resistenza come staffetta partigiana, diventa insegnante e poi madre di due figli. Fino a quel 23 gennaio che segnerà la seconda metà della sua esistenza.

L'antifascismo e la Liberazione, le lotte degli anni Sessanta e Settanta, il femminismo, piazza Fontana, piazza della Loggia, il terrorismo nero, gli abusi delle forze dell'ordine e la ricerca di verità e giustizia per le vittime politiche dello Stato sono i tasselli del mosaico narrativo che, di pari passo con la vicenda famigliare di una figura straordinaria, in un racconto collettivo di 23 autori, intreccia le sue memorie con documenti, materiale d'archivio e i ricordi di chi l’ha conosciuta: Franco Fortini (che le dedicò una poesia inedita), Joyce Lussu, Camilla Cederna, Isotta Gaeta, Franco Fabbri, Benedetta Tobagi, e molte altre e altri. Una storia privata che raccontando una lotta collettiva lega il Novecento a oggi.

Il libro Perché non sono nata coniglio è pubblicato dalle edizioni Alegre nella collana Scritture resistenti. Il progetto del libro è stato promosso e sostenuto dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus. Info: www.fondfranceschi.it/libro-lydia-coniglio.

(Book trailer a cura di Elisabetta Vergani, Bruno Chiaravalloti e Claudio Jampaglia. Musiche di Sara Calvanelli)