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Il processo per l'omicidio di Carmine (Mino) Pecorelli
Francesco M. Biscione

Storico, ha lavorato a Roma presso l’Istituto della Enciclopedia italiana (1983-2014). È stato consulente delle commissioni parlamentari d’inchiesta sul terrorismo e le stragi (1994-1995) e sul dossier Mitrokhin (2004-2005). Dal 2010 è membro del direttivo dell’associazione culturale Archivio Flamigni. Fa parte del comitato consultivo istituito dalla presidenza del Consiglio nel 2016 sul versamento agli Archivi di Stato della documentazione inerente alla “direttiva Renzi”. Numerose le sue pubblicazioni sulla storia d’Italia, in particolare sugli anni Settanta del Novecento.

2017

La sera del 20 marzo 1979, in via Orazio a Roma, fu ucciso a colpi di pistola Carmine (detto Mino) Pecorelli, noto giornalista investigativo, direttore del settimanale Osservatore politico (Op), uomo dalle molte e non lineari relazioni. Non risultarono testimoni.
La magistratura operò il sequestro di ingente materiale documentario presso l'abitazione e l’ufficio del defunto. Sulla base di queste carte (tra le quali vi era materiale riservato proveniente dai servizi segreti italiani) e di indizi che emersero strada facendo, per l'omicidio del giornalista furono indiziati Licio Gelli e il capitano Antonio Viezzer, i fratelli Cristiano e Giuseppe Valerio Fioravanti, Massimo Carminati. Gli indizi raccolti in nessun caso permisero l'apertura di un procedimento per l'omicidio del giornalista, ragion per cui il giudice istruttore Francesco Monastero del tribunale di Roma emise (15 novembre 1991) una sentenza istruttoria di proscioglimento per gli indagati.

Documentazione giudiziaria sul processo per l'omicidio di Carmine (Mino) Pecorelli

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Il processo per l'omicidio di Carmine (Mino) Pecorelli
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