Briciole di pane

Ricordo di Carla Verbano
Autori Vari
2012

Tra le tante vite interrotte durante gli anni del terrorismo, le circostanze dell'omicidio di Valerio Verbano sono quelle che mi hanno scosso maggiormente. Fu proprio Carla, la mamma di Valerio, ad aprire la porta agli assassini di suo figlio il 22 febbraio del 1980. «Siamo amici di suo figlio Valerio». Lei aprì, i tre nel frattempo si erano calati il passamontagna, entrarono in casa, legarono Carla e Sardo, suo marito, e li fecero sdraiare sul letto, nella camera matrimoniale. Poi aspettarono… minuti interminabili e un milione di pensieri nella testa di Carla. «Avrei preferito che Valerio facesse un incidente con la sua Vespa e non tornasse a casa» mi disse con gli occhi pieni di dolore la prima volta che la incontrai. Valerio però tornò a casa, posteggiò la Vespa 50 e salì. Carla e Sardo sentirono voci concitate, rumori, poi uno sparo, uno solo. Carla Verbano aveva 56 anni quel giorno e la sua vita non fu più la stessa. Fino alla fine ha combattuto la sua battaglia per la ricerca della verità, coinvolgendo tante persone che l'hanno sempre sostenuta e accompagnata. È morta combattendo a 88 anni, ma il segno che ha lasciato in tutti quelli che l'hanno conosciuta, me compresa, farà sì che la sua battaglia non morirà con lei.
di Ilaria Moroni

La scomparsa di Carla Verbano mi colpisce profondamente e mi lascia una grande tristezza. Con lei viene a mancare una donna coraggiosa e ostinata, segnata forse più dall'omertà che dalla malattia e che ha rappresentato un simbolo per la ricerca di quella verità sull'atroce assassinio del figlio Valerio, di appena 19 anni, che ancora oggi manca. Rispetto della vita umana, non violenza e ricerca della giustizia: sono gli elementi chiave che abbiamo condiviso nei nostri incontri privati e nei tanti confronti pubblici avuti con i giovani nelle scuole. Se ne va un'amica… ci siamo sostenuti a vicenda durante le nostre vicende giudiziarie e nei momenti di reciproco bisogno, in un rapporto fatto di grande rispetto soprattutto in occasione delle nostre rispettive ricorrenze, con sinceri messaggi di vicinanza.
di Giampaolo Mattei

Ho conosciuto Carla Verbano in un pomeriggio d'inverno di qualche anno fa: la intervistai per il settimanale del Tg5 Terra! e fu lei, nonostante il vento gelido, a voler fare l'intervista all'aperto, con sullo sfondo dell'inquadratura il piccolo emblema dedicato al figlio in via Monte Bianco. Mi colpì quanta fierezza e quanta voglia di capire si nascondessero in quella piccola donna dai capelli bianchi, dai modi gentili e dalla mente lucidissima che del giorno in cui fu teso un agguato vigliacco al suo unico figlio, dentro le mura di casa, ricordava anche il più piccolo e insignificante dei particolari. Mi colpì la sua energia a stento trattenuta in quel fragile corpo. E la sua ostinata ricerca di una verità impossibile da ottenere. Non solo per i troppi anni trascorsi, ma anche perché - e questo lei lo sapeva bene - il delitto di Valerio era e rimane un delitto misterioso, che va ben oltre la generica definizione di "delitto fascista". Troppe le cose non dette che ancora oggi si nascondono in quella morte dalla dinamica unica e mai ripetuta nella sua drammaticità e dalle troppe rivendicazioni. Una dinamica più da uomini dei servizi che da estremisti di destra. Un delitto al quale mai nessun "pentito" dei NAR (e i NAR erano pieni zeppi di "pentiti") ha mai fatto cenno. Carla Verbano era ben consapevole che una verità ancora più oscura aleggiasse sulla fine di suo figlio. Eppure si aggrappava a quella, paradossalmente meno torbida, del gruppo armato neofascista. E ci ha lasciato con questo dubbio che a me esternò con grande fatica e grande dolore. Ora, piccola Carla, riposa in pace. Ma non scoraggiarti. Prima o poi anche la verità sulla orrenda fine di Valerio verrà alla luce. E ci mostrerà che quegli anni non erano solo di scontro tra eterni nemici. Ma che c'era anche qualcuno che, nell'ombra, quello scontro generazionale voleva solo alimentare.
di Sandro Provvisionato

Ho conosciuto Carla come mamma di un ragazzo ucciso dai NAR e come donna che non ha perso mai un attimo per cercare la verità e la giustizia in memoria di suo figlio. Carla attraverso facebook è sempre stata vicina a tutte le battaglie dei familiari delle vittime, come Danila Tinelli, madre di Fausto Tinelli che, insieme all'amico Lorenzo Iannucci detto Iaio, veniva ucciso a Milano, in via Mancinelli, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro. Come me,Carla pensava che ci fosse una stretta correlazione tra la morte di Valerio Verbano e Fausto e Iaio. In sua memoria continueremo a cercare la verità.
di Daniele Biacchessi

È proprio difficile pensare all'atrocità che Carla Verbano ha dovuto vivere nella sua vita. Penso di esprimere un sentimento comune quando dico che la sua dignità e la sua umanità erano un esempio insostituibile.
di Carole Beebe Tarantelli

Io non la conoscevo se non per il libro che ha scritto sul figlio. Un libro denso di amore materno ma proiettato sul riscattare la morte del figlio soltanto attraverso il sapere chi e perché, un sapere che le avrebbe permesso di spiegare agli altri, e a chi ha tolto la vita al figlio, quanto sia inutile e tragica la violenza che toglie spazio vitale ad altri, e distrugge quella di chi lo compie. Una lezione la sua che molte - anche tra le vittime - dovrebbero avere presente. Mi dispiace davvero.
di ​​​​​​​Manlio Milani

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